Villa Selvatico-Emo Capodilsta rappresenta, da un punto di vista architettonico, una delle tappe più significative di questo itinerario tra i luoghi della Grande Guerra. Costruita, a partire dal 1593, sul Monte Sant’Elena, presenta un’architettura decisamente originale. Al più tradizionale impianto classico si affiancano infatti altri linguaggi, come le citazioni medioevali e persino orientaleggianti. Il complesso, comprensivo della Villa, delle Barchesse, della Serra, delle Terme, del Parco prefigura già molti degli elementi che saranno caratteristici dello stile barocco. Di particolare interesse le Barchesse, il Parco e le Serre progettati nel 1818 dallo Jappelli. Il vano centrale del soffitto, dipinto con abile architettura illusionistica da Alessandro Varotari, detto il Padovanino, rappresenta la Gloria della Famiglia Selvatico.
Nel corso della I Guerra Mondiale svolse una importante funzione di supporto logistico alle attività del Re e del Comando Supremo. Infatti, quando Vittorio Emanuele III, il 26 gennaio del 1918, si trasferì con tutta la Casa militare nella vicina Villa Lispida, la Villa fu trasformata in residenza delle numerose delegazioni straniere che si recavano in visita al Sovrano. La distanza tra le due Ville era infatti di circa 1 Km e questo rendeva molto agevole la gestione dei periodi di residenza dei vari ospiti. Vi soggiornarono varie delegazioni straniere, il deposto Re Nicola I del Montenegro, suocero del Re, il Sovrano del Belgio che Vittorio Emanuele volle condurre sul Monte Pasubio “raggiungendo le posizioni a dorso di un mulo”, come racconta Solaro Del Borgo perché potesse farsi “un’idea delle difficoltà superate dai nostri soldati su quelle alte montagne.
Dal mese di giugno 1918 le visite si intensificarono e diversificarono. Solaro dal Borgo racconta nelle sue memorie che molteplici missioni e svariate personalità furono ospitate a Villa Emo: una Missione politica belga nel mese di giugno, una Missione giapponese a metà luglio; il 23 fu ricevuta la Missione parlamentare americana unitamente al Governatore di Malta, all’On.Gallenga, al Prof. Ipson e a due ufficiali inglesi; il 27 l’Addetto militare francese Generale Jullian. Il 31 giugno fu ricevuto l’Ambasciatore degli Stati Uniti Sig. Page con a seguito il Colonnello Burkey, il Maggiore Burne della Croce Rossa Americana, il Maggiore Fuller ed il Segretario d’Ambasciata Thomas Hinckley, tutti ospiti del Sovrano ed alloggiati nella Villa. Il giorno 20 agosto vi fu ospitata la missione navale americana composta da 14 persone.
Nel periodo compreso tra il febbraio del 1918 e la fine delle ostilità la Villa ospitò più di ottanta personalità italiane e straniere. Un luogo, quindi, che a pieno titolo si può inserire in questo itinerario tra le località più emblematiche e significative dell’ultimo anno di guerra. Un luogo dove si intrecciano arte, cultura, paesaggio e dove la microstoria locale dialoga in profondità con la grande storia e alcuni momenti che ne hanno scandito le tappe fondamentali.