Nel centro di Galliera Veneta, con la sua mole imponente e elegante, si staglia Villa Imperiale. In origine era una classica villa veneta di campagna. Venne realizzata a partire dal 1530, dalla nobile famiglia veneziana dei Cappello. Nel 1830, su commessa della famiglia Comello, Francesco Bagnara, una personalità eclettica, pittore, architetto, scenografo, vi costruì un parco all’inglese di 8 ettari, dove si alternano in un gioco di equilibri spazi alberati, piccoli corsi d’acqua, ponti e laghetti. Avrebbe conosciuto uno strano destino che l’avrebbe legata in modo indissolubile alla Grande Guerra. Un’identità ambivalente quella della Villa, a partire dal suo nome: perché Villa Imperiale? Uno strano filo rosso legava la sua vicenda a quella dell’Impero Austro-Ungarico. Nel 1798, l’anno successivo al trattato di Campoformido, che segnava la fine della Serenissima Repubblica di Venezia il fisco austriaco, non essendovi più eredi della famiglia Cappello, la incorporava nel suo patrimonio. Nel 1858 venne acquistata da Maria Anna Pia Carolina di Savoia, figlia di Vittorio I, e moglie, dal 1831, di Ferdinando I, Imperatore d’Austria e re del Lombardo-Veneto. Ferdinando, Nel 1848, per ragioni di salute, Ferdinando I aveva abdicato a favore del nipote Francesco Giuseppe. L’ex imperatrice l’avrebbe trasformata per meglio adattarla al nuovo rango che era venuta ad acquisire, quello appunto di residenza “Imperiale”.

 

Il suo profondo legame con la Grande Guerra è svelato da una statua, consumata dal tempo, che si incrocia al centro del parco dedicata al Generale Gaetano Giardino. Lo stesso Generale il cui monumento imponente si staglia nel grande viale di accesso a Bassano del Grappa. Bassano, il Monte Grappa, assurto nelle celebrazioni allo status simbolico di “Monte Sacro alla Patria” e la Villa Imperiale di Galliera costituiscono in realtà un unicum. il 17 aprile del 1918 era stata infatti costituita la IV armata, Giardino, membro dello Stato maggiore, ne aveva assunto il comando. Pochi giorni dopo, il 26 aprile, si insediava con il suo comando e gli uffici operativi a Villa Imperiale. Nel piccolo Museo all’interno della Villa è custodito il modellino con la ricostruzione dello scenario di guerra sul Grappa che Giardino utilizzava per le sue strategie difensive. Nelle sue memorie Giardino, attento come pochi alla celebrazione in vita del culto della sua personalità, racconta come dal suo comando coordinò le due battaglie strategiche sul Grappa, quella difensiva, del 15 giugno 1918, la “battaglia del Solstizio “, e quella offensiva del 3 novembre 1918: “improvvisa, lunga, sanguinosa; il sacrificio, senza limiti, per la vittoria di tutti”, scriveva, infatti, come a voler rimarcare polemicamente che sul Grappa si erano giocati i destini della Grande Guerra. Nelle sue memorie Giardino, troppo preso a celebrare se stesso e il “Monte Sacro”, non cita una sola volta la Villa Imperiale, relegandola sullo sfondo. Ce ne parlano invece altri due testimoni, dal profilo decisamente diverso. Luigi Pasetti, un autista di motocarrozzetta della IV Armata nelle sue memorie narra della “villa principesca, dove fu trovato alloggio per tutti gli uffici, per la Centrale telefonica e per le mense”. Con la sua Excelsior Pasetti avrebbe tenuto i collegamenti tra il Comando d’Armata e i vari reparti dislocati sul Monte Grappa, facendo la “spola tra Galliera e le stazioni delle teleferiche di Fietta, di Crespano e del Covolo”. L’altro testimone autorevole è Solaro del Borgo, aiutante di Campo di Vittorio Emanuele III: ci racconta che il 16 giugno del 1918, il Re si recò proprio a Villa Imperiale, dove ricevette rassicurazioni da Giardino sui combattimenti del Grappa iniziati il giorno prima”