“Their name liveth for evermore” (Il loro nome vive per sempre): così recita la frase incisa sulla Pietra della Rimembranza, una tipica memoria di pietra, che sovrasta il Cimitero britannico di Giavera del Montello. La Pietra, attorniata da due grandi magnolie, sovrasta il piccolo Cimitero che raccoglie le spoglie di 417 soldati del Commonwealth morti sul suolo italiano nel corso della Battaglia del Solstizio, l’ultima grande offensiva austriaca del giugno del 1918 e della battaglia Finale, quella di Vittorio Veneto, conclusasi con la vittoria degli alleati. Si stima che i soldati del Commonwealth periti sul suolo italiano siano stati 2.600.
Diversamente dai Sacrari, come Redipuglia, costruzioni monumentali volute dal Fascismo con intenti nazionalistici e auto-celebrativi, i cimiteri inglesi presentano un’estetica della morte decisamente meno retorica e più intimistica. La struttura è molto ordinata: le lapidi sono tutte uguali, in pietra bianca, e vi sono riportate le generalità del defunto, l’età al momento del decesso e il ruolo nell’esercito. Vi sono incisi anche gli stemmi di divisione ed i simboli religiosi di appartenenza.
A causa degli agenti atmosferici oggi non sono visibili le lapidi originali, ma delle copie, installate all’inizio degli anni ’90. All’entrata del Cimitero, posta sul lato sud, si trova la Croce del Sacrificio, altro tipico simbolo dei cimiteri militari britannici sparsi nel mondo, riporta due iscrizioni, una in inglese e una in italiano: ricordano che “il suolo di questo cimitero è stato donato dal popolo italiano per l’eterno riposo dei soldati delle armi alleate caduti nella guerra del 1914-1918 e che qui sono onorati”, mentre alla fine del prato, sempre curato, è visibile la Pietra della Rimembranza.
Il Cimitero di Giavera del Montello venne progettato dall’architetto Sir Robert Lorimer, ed è attualmente curato dalla Commonwealth War Graves Commission (come tutti i cimiteri di guerra inglesi sparsi per il mondo). Si arriva al Cimitero attraverso un breve sentiero ornato da ulivi e magnolie. La completa immersione nel paesaggio collinare del Montello conferisce a tutto il complesso un carattere di quiete ed armonia. In prossimità del cancello si erge, alta una decina di metri, la Croce del Sacrificio. Nelle sue immediate vicinanze, accanto ai cipressi, su un manto erboso e molto ben curato, si possono vedere le file delle tombe dei soldati inglesi.
In alcune lapidi, tutte in pietra bianca, è stato inciso un pensiero dei cari del defunto in forma di epitaffio. Se ne riportano qui di seguito alcuni tra i più significativi: “For God, King and Country”: per Dio, il Re e la Patria. “Gone but not forgotten”: andato, ma non dimenticato. “Beneath a foreign sky, in a hero’s grave he lies”: sotto un cielo straniero, in una tomba da eroe egli giace. ”Oh God, to thee I yield the gift you gavest, most precious, most divine, our dear guy”: oh Dio, ti restituisco il dono che mi hai fatto, il più prezioso, il più divino, il nostro caro ragazzo. “Flowers may wither, leaves may die; if others forget you, never will I”: i fiori possono appassire, le foglie possono morire; se altri ti dimenticheranno, io mai. “May some lovely hand gently place some flowers for me. His mother”: possa una mano amorevole posare gentilmente dei fiori per me. Sua madre. Piccoli frammenti a ricordo di giovani vite spezzate, dove la retorica della morte non prende tuttavia mai il sopravvento sull’individualità del singolo. Infine, salendo degli scalini si arriva a una piccola cappella all’interno della quale è possibile firmare il visitor book e lasciare scritto un proprio pensiero.